Fallimento Lehman Brothers: come é andata

GettyImages-104396071.jpg

Il 15 settembre 2008 falliva Lehman Brothers, la quarta banca d’affari degli Stati Uniti d’America.

Molti avevano avvertito che il sistema del rifinanziamento dei mutui subprime, basato sulla crescita dei prezzi delle case, a un certo punto avrebbe raggiunto il limite. E Lehman Brothers c’era dentro fino al collo. La LB nasce nel 1850 con Henry Lehman, impegnato nel settore tessile.

Successivamente si unirono anche i suoi fratelli Emanuel e Mayer e la ditta cambiò nome da “H. Lehman” a “Lehman Brothers”, specializzandosi anche nel commercio di cotone e, per questo si spostarono a New York che ne era diventato il centro di commercio. In quegli anni l’azienda iniziò l’attività finanziaria con diverse partecipazioni, arrivando ad essere un’attività esclusivamente finanziaria nel 1906. Il resto della storia è lunga e complicata e finì con la bancarotta del settembre 2008.

La crisi dei mutui subprime

La Banca centrale americana (Fed) aveva attuato una politica monetaria molto espansiva, c’era però una modesta domanda di finanziamenti.

Le banche si ritrovarono quindi con grandi quantità di denaro da prestare, ma con tassi di interesse molto bassi. I prezzi delle case si stavano alzando e le banche si ritrovarono quindi a finanziare la domanda del settore in crescita. Lehman e i mutui subprime

La Lehman Brothers aveva acquistato i mutui dalle finanziarie e li aveva utilizzati come garanzia per i titoli derivati.

Chiunque possedesse quei titoli veniva percepito come rischioso e tutti sapevano che la Lehman li aveva e nessuno la volle acquistare. 

Con la deregolamentazione dei mercati finanziari voluta da Bush si potevano concedere mutui anche a chi non aveva garanzie di solvibilità: i mutui subprime. Questi comportavano rate molto basse nei primi anni e un aumento in quelli successivi.

La crescita dei prezzi permetteva di rifinanziare il mutuo riportando le rate a un livello basso. Tutti guadagnavano da questo meccanismo, ma solo fino al 2006, quando la crescita dei prezzi cessò riducendo la domanda di mutui e rendendo insolventi coloro che ce l’avevano già.

La crisi iniziò a propagarsi perchè molte istituzioni avevano emesso titoli derivati, garantiti dai mutui ipotecari che avevano acquistato, facendo sembrare il rischio molto limitato.

Quando la crescita dei prezzi cessò, molte persone che avevano sottoscritto mutui subprime non erano più in grado di pagarli.

Di conseguenza, anche i titoli da essi derivati crollarono, provocando danni anche alle banche e innescando la peggior crisi economica dalla grande depressione degli anni Trenta.

Sonia Paoloni