L'evoluzione del CRS4 a trent'anni dalla sua fondazione, eccellenza fra le eccellenze Sarde

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Alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso il Presidente della Regione Autonoma della Sardegna, l’onorevole Mario Melis, affida all’assessore alla Programmazione, Franco Mannoni, il compito di tracciare le strategie per un nuovo modello di sviluppo, alternativo all’industria, entrata in crisi in quel periodo.

 

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Franco Mannoni

«Il CRS4 – ricorda Franco Mannoni – non fu una luce accesa d’improvviso nel grigiore circostante, un’illuminazione scaturita da un inatteso suggerimento. Maturò come scelta coerente con un disegno di nuove prospettive di sviluppo che ci adoperammo a definire.  Eravamo, alla fine degli anni ottanta, dentro la crisi dello sviluppo incentrato sulla chimica di base e all’esaurimento della politica di Rinascita. Cercavamo una nuova leva per la crescita e un volano per recuperare la modernizzazione mancata. Un disegno che si concretava nel costruire il Parco Scientifico e Tecnologico nell’ambito del Consorzio 21, nel mettere insieme Piano delle Acque, Piano dei Trasporti, lo studio per un Piano Telematico (1987!), un primo progetto per la Metanizzazione dell’Isola, per indicare alcune linee d’impegno. L’idea del CRS4 nacque da lunghi colloqui con Tarcisio Teofilatto, un ingegnere dalle straordinarie esperienze nel campo dell’informatica, che ci introdusse nel mondo per noi ignoto della ricerca computazionale avanzata. Gradualmente prese corpo l’idea di creare un centro di calcolo potente e avanzato, che facesse compiere all’Isola un balzo in avanti. Cercavamo tecnologie e competenze. Trovammo la strada per giungere a Carlo Rubbia, ma intanto la Giunta Melis approvò, su mia proposta, il piano di fattibilità del CRS4. Ci recammo poi, era forse il 1990, a trovare Rubbia a Ginevra. Personaggio fuori dal comune, insignito del premio Nobel per la Fisica, estroverso quanto imprevedibile. Ci volle bene e accettò le nostre proposte. Da lì prese le mosse il percorso. Non sempre facile, anzi spesso tortuoso e irto di ostacoli frapposti da ambiti che avrebbero invece dovuto spianarlo. Comunque ricco di influenze positive e di fertili ricadute. Potrebbe essere, il presente, il momento del rilancio, nel tempo dell’automazione spinta e della intelligenza artificiale? La nuova programmazione europea che garantisce all’Isola nuove risorse e la situazione di contesto, che vede presenti competenze e esperienze rilevanti, potrebbero sospingerlo. Se “il contesto” saprà mettere insieme una idea di sviluppo che superi le effimere divergenze di un conflitto politico senza prospettive.»

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I confronti tra l’assessore Mannoni e l’ingegner Tarcisio Teofilatto portano a maturare una visione, nell’ottica di offrire alla Sardegna una nuova e solida via di sviluppo: un centro di ricerca funziona se agisce da attrattore per altra ricerca, e la sua azione di sviluppo si misura da quanto riesce a rendersi utile all’industria. Così Tarcisio Teofilatto ricorda l’esperienza sarda:

  «Una volta lasciata l’IBM in cui ero stato Direttore ricerca e sviluppo per l'Europa, mi dedicai al calcolo parallelo e questo mi mise in contatto con il più grande utente-progettista di parallel computing che era la comunità del CERN. Questa comunità era particolarmente interessante non solo per i suoi risultati, ma anche la sua metodologia: fissare grandi obiettivi, acquisire la conoscenza necessaria, utilizzare le sue più brillanti capacità per ottenere risultati di enorme importanza in ambito scientifico e tecnologico. Questa strategia ha sedotto anche i politici sardi, fino a convincere il Presidente della Regione Mario Melis a tentare di duplicare l'approccio "CERN" allo scopo di avviare un centro Ricerca Applicata in Sardegna. Garantire la presenza di una comunità di intelligenze in Sardegna parve subito l’obiettivo primario a tutti quelli che iniziarono quest’avventura. La ricerca doveva funzionare da attrattore affidabile per altra ricerca, necessaria a tutto il territorio, anche all’industria.»

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 Le relazioni tra la Giunta regionale ed il CERN, che avevano l’obiettivo di coinvolgere il Direttore Generale di allora, Carlo Rubbia, Nobel per la Fisica 1984, portano come risultato iniziale ottime relazioni con Paolo Zanella, un fisico che al CERN in quei tempi riveste il ruolo di Direttore della divisione informatica, ovvero la persona a capo del trattamento dei dati prodotti dagli acceleratori di particelle più grandi del mondo. Paolo Zanella ricorda quel periodo con queste parole:

 «Quando mi chiesero di creare un centro di ricerca in grado di costituire il primo pilastro di un parco tecnologico, le idee ispiratrici erano in parte a riconducibili al modello francese della città della ricerca, Sophia Antipolis. Il sogno di quegli anni era di sviluppare le tecnologie a partire da conoscenze scientifiche consolidate e questo processo coincideva con l'esplosione tecnologica dell'informatica, che allora veniva riconosciuta come scienza abilitante per tutte le altre discipline. Sono giunto alla convinzione che l'informatica è una scienza primordiale, in quanto è in grado di spiegare tutta la natura. L'informazione, e questo è la stessa biologia a spiegarcelo, è alla base della vita. Per me fu una fortuna conoscere Tim Berners Lee, il quale mi propose il World-Wide Web nel 1988, alla fine del mio mandato di Direttore della divisione informatica del CERN: due anni dopo avevamo già il prototipo del Web. Indubbiamente il CRS4 fu in grado di beneficiare di un rilevante apporto di conoscenze e di tecnologie provenienti proprio dal CERN. Nel 1989 venni avvicinato da un ingegnere, Tarcisio Teofilatto, che faceva parte di una società incaricata dalla Regione di avanzare nuove proposte di sviluppo per il territorio di quella regione, desideroso di un forte rilancio. A ipotizzare la creazione di un centro di ricerca in Sardegna, accanto a Teofilatto, erano presenti due industriali, Ernesto Aglieta e Alberto Sanna, e un avvocato: Franco Berlinguer. Io ne parlai con Rubbia, che del CERN era il direttore generale e per definire la proposta chiesi a Pietro Zanarini di aiutarmi. Lavoravamo nella cantina del CERN, l'equivalente del classico garage californiano.»

 La Giunta Melis conclude il proprio mandato il 10 Giugno 1989, non prima di aver approvato un piano di fattibilità per la creazione di un centro di ricerca dotato di grandi risorse di calcolo. Spetta alla Giunta successiva, guidata dall’onorevole Mario Floris (che si insedia il 9 agosto) accompagnare la nascita del CRS4, con il coinvolgimento diretto dell’assessore alla Programmazione, Antonello Cabras.
Mario Carboni, all'epoca vice presidente del Consorzio 21, ricorda così:

 

“Nel dicembre 1989 viene presentato al Consorzio 21 lo studio di fattibilità redatto dalla società Techso per un Centro di Ricerche, Sviluppo e Studi Superiori in Sardegna ("CR4S"). Lo approvammo e lo realizzammo."

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Carlo Rubbia accetta la proposta di assumere il ruolo di Presidente del CRS4 e il 30 novembre 1990 viene depositato lo statuto della società. Quel giorno si riunisce il primo Consiglio di Amministrazione, così composto: Prof. Carlo Rubbia, Presidente, Dr. Mario Pani, Vice Presidente, On.le Mario Floris (Presidente della Giunta Regionale), On.le Antonio Cabras (Assessore), On.le Giovanni Dettori, Prof. Duilio Casula (Rettore Università di Cagliari), Prof. Paolo Zanella (CERN), Ing. Pier Luigi Ridolfi,  Avv. Franco Berlinguer, Ing. Tarcisio Teofilatto; Sindaci: Dr. Armando Buccellato, Dr. Mario Carboni, Dr. Lucio Cordeddu. Durante il primo CdA Paolo Zanella viene nominato Amministratore Delegato e Direttore Scientifico. Tra gli scopi del CRS4 si individua da subito la propensione a diventare un centro di profilo internazionale, in grado anche di attirare imprese da insediare nel futuro Parco Scientifico e Tecnologico della Sardegna. Lo Statuto del CRS4 indica come oggetto della Società “la ricerca scientifica teorica e applicata e la formazione di giovani ricercatori in aree di interesse scientifico al fine di promuovere lo sviluppo di tecnologie fortemente innovative suscettibili di utilizzazione nelle attività di produzione per il mercato e per il soddisfacimento di bisogni sociali".

 Lo Statuto specifica inoltre le linee di azione:

 “La Società – si legge sempre nello Statuto del CRS4 – si propone di operare in aree di ricerca individuate in funzione dell’evoluzione tecnologica e delle opportunità di mercato, fra le quali, a titolo indicativo, le seguenti: robotica cellulare, tecnologia e metodologie per il software parallelo, matematica applicata e analisi numerica, modellistica in ecometria, modellistica per la struttura della materia, telecomunicazioni ad alta velocità, ottica avanzata, chimica computazionale, automazione industriale e progettazione assistita.” L’atto costitutivo della Società Consortile a Responsabilità Limitata denominata Centro di Ricerca, Sviluppo e Studi Superiori in Sardegna è datato 11 Febbraio 1991. Soci fondatori: Consorzio 21, IBM Semea Srl, Techso Spa.

 Il 30 Ottobre 1991 la Giunta Floris conclude il suo mandato e il 13 Novembre viene nominato il nuovo Presidente della Giunta Regionale: Antonello Cabras. Ecco come il Presidente Cabras ricorda l'euforia di quegli anni intorno al CRS4:

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Antonello Cabras

«La prima sede di Cagliari fu insediata in un edificio di via Nazario Sauro, allora i dipendenti erano appena 8. Ma la crescita fu rapida e, tra il 1991 e il 1998, si superarono i 100 addetti. Nei primi tempi, dunque, c’era molto fermento: si sentiva di far parte di un progetto all’avanguardia che dava prestigio e metteva la Sardegna nei radar dell’innovazione tecnologica a livello continentale e globale, in un momento in cui il mondo stava scoprendo la rivoluzione di internet. In quel primo decennio il CRS4 conseguì risultati molto importanti e aiutò lo sviluppo di iniziative destinate a segnare la storia del futuro che si affacciava alle nostre porte. Il clima in Sardegna agli albori di Internet, infatti, era curioso e molto attento alle potenzialità e ai possibili sviluppi. Si era all'indomani della grande crisi della chimica e dei settori maturi che tanto avevano concorso allo sviluppo degli anni settanta e ottanta. Fu quindi una iniezione di fiducia e una speranza concreta per il futuro osservare i risultati conseguiti da CRS4. Oggi posso dire che il Crs4 ha rappresentato una (piacevole) costante del mio impegno nella vita pubblica, prima come amministratore regionale e oggi come Presidente della Fondazione di Sardegna. La Fondazione, infatti, sotto certi aspetti svolge una funzione simile a quella della Regione negli anni ‘80 e ‘90, favorendo e sostenendo la ricerca e inoltre investendo sulla proliferazione delle attività innovative nei diversi settori della produzione e dei servizi.
Ciò che abbiamo cercato di fare qui in Sardegna, fatte le dovute proporzioni, è stato di ispirarci al modello della Silicon Valley: come in tutte le vicende umane siamo passati attraverso successi e delusioni ma penso che possiamo essere più che soddisfatti del lavoro fatto fin qui. Ma il CRS4 per sua natura guarda al futuro e il nostro impegno e quello di coloro che lo faranno dopo di noi dovrà essere dedicato alla strada che abbiamo davanti.»

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Anche Francesco Marcheschi (il primo Direttore del Consorzio 21) ricorda quel periodo a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta:

 "si aprì, sostenuta da una classe dirigente lungimirante, una stagione di inedite iniziative nel campo della creazione di imprese innovative e della ricerca e sviluppo, che avrebbe segnato i decenni successivi, credo ultima stagione di pensiero forte della contemporaneità sarda. Nasceva anche, ma direi soprattutto, il CRS4, in origine CR4S nome poi modificato dal suo presidente per migliore assonanza con l'inglese, concepito come un pezzo del CERN di Ginevra trapiantato in Sardegna col compito di creare una frattura nella continuità del sottosviluppo e rendere l'isola protagonista attraverso la ricerca e lo sviluppo del calcolo scientifico e della simulazione informatica applicati a un vasto campo di settori e tecnologie."

 

Istituto Dante Alighieri